Le luci nel Cielo

Continuano i nostri approfondimenti sull’elemento FUOCO; se volessimo citare le divinità che gli sono attribuite l'elenco sarebbe lunghissimo anche perché l'elemento fuoco per eccellenza, la nostra stella centrale, il SOLE, ha sempre avuto, in tutte le culture, numerose divinità tutelari.

Negli articoli precedenti abbiamo fatto riferimento, a proposito della spesso logica conseguenza del fuoco, la LUCE, ai miti utilizzati nei MISTERI ORFICI. Abbiamo narrato di come Dioniso Zagreo sia espressione della possibilità che la Luce divina ha di incarnarsi. Morire ogni volta per poi rinascere, affrontare prove drammatiche, viaggiare in lungo e in largo sul pianeta lo rendono più che mai terrestre anche se sempre divino; il suo matrimonio con un’umana consacra infine Dioniso ad essere vera espressione del DIVINO nell’UMANITÀ.

Nella cultura greca il dio solare per eccellenza è però Apollo, una divinità altera ed elegante, versato nelle arti, misterioso nel suo ritirarsi nel mondo iperboreo, insomma luce allo stato puro, incontaminato!
Nelle osservazioni di Jung capiamo meglio come le due divinità siano opposte ma complementari e come la loro azione generi L’ARTE:

Le due divinità : Apollo e Dionisio, sono diventate, nella nostra cultura, due diverse espressioni della luce, anche grazie agli approfondimenti elaborati da Nietzsche, ormai vediamo che nel mondo greco esiste un enorme contrasto fra le arti figurative, apollinee, e la musica, arte non figurativa, dionisiaca.
Le due divinità presiedono all'arte: queste due pulsioni così diverse procedono di pari passo, quasi sempre in aperto contrasto fra loro ma stimolandosi reciprocamente per creazioni sempre nuove.
La pulsione apollinea produce uno stato paragonabile allo stato onirico, la pulsione dionisiaca uno stato paragonabile a quello dell'ebbrezza.
Per «sogno» Nietzsche intende la «visione interna», la «bella apparenza dei mondi onirici». Apollo è «il dio di tutte le forze figurative». E’ il dominio di tutto ciò che è selvaggio e non domato.

APOLLO rappresenta quindi il principio di INDIVIDUAZIONE.

Per contro il dionisiaco è la liberazione della pulsione senza limiti, lo scatenamento della sfrenata dynamis della natura animalesca e divina.
Per questo nel coro dionisiaco l'uomo figura come satiro: in alto dio e in basso capro. Pertanto il dionisiaco è paragonabile all'ebbrezza che dissolve l'individuale in pulsioni e contenuti collettivi. Ognuno si sente «tutt'uno» col suo prossimo (non solo unito, conciliato, ma «fuso con esso»).
Di conseguenza la sua individualità deve essere totalmente abolita. con lui l'uomo non è artista, è opera d'arte.

DIONISO è invece il principio di FUSIONALITÀ.

Volendo osare un paragone possiamo immaginare APOLLO al centro della stella regina del nostro sistema planetario: il SOLE. DIONISIO lo sentiamo invece diffuso nel TUTTO, principalmente nei meandri oscuri del pianeta Terra ma anche nelle infinite e lontane luci dell'universo. Vedendo le cose da un punto di vista dell'EVOLUZIONE UMANA:
“vengo dall' UNO infinito, mi coscientizzo sperimentando l'IO, mi ritrovo nel TUTTO“
Ecco che gli opposti non sono più tali, è così che assistiamo al dantesco ‘trasumanar' dell'umanità.

Come MEDITAZIONE CON I COLORI proponiamo di cambiare punto di vista e immaginare di essere il Sole. Da quel centro di coscienza guardo fuori e, sapendo di essere Luce, guardo le altre luci intorno a me, quelle che accolgono il mio riflesso, Luna, pianeti, Terra, e le altre stelle, lontane, disseminate nel cosmo. Usiamo indaco, blu e giallo limone, ma anche sfumature rosate o dorate. Per creare luci bianche tolgo colore usando il pennello bagnato in acqua.

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